I papi e le acque

I papi e le acque

Nella collana di «Monografie» dell’Istituto è apparso il volume n° 70:

Irene Bevilacqua, I papi e le acque. Bonifiche, peschiere e comunità nelle paludi pontine dal XVI al XVII secolo, 2017, pp. xxxii-574. [i.s.b.n. 978-88-15-27312-3]. € 60,00.

  Introduzione – Il contesto territoriale – La gestione del territorio – I tentativi di bonifica nel Cinquecento – Le paludi nel Seicento – I tentativi di bonifica nella seconda metà del Seicento – Appendice. Proprietari e tenute nelle paludi pontine. – Conclusioni.

 

I tentativi di prosciugare le paludi pontine in età moderna rappresentano una storia di fallimenti. Tra Cinque e Seicento numerosi pontefici provarono a bonificare ampie zone nel territorio compreso tra Sezze e Terracina, senza riuscirvi. Una storia di insuccessi, dunque, ma rivelatrice dell’interesse che il potere pontificio nutrì, per secoli, nei confronti della pianura pontina, è indicativa delle diverse strategie politiche ed economiche che in quei territori furono adottate; ma è anche una storia esemplare delle relazioni amministrative tra centro e periferia in un antico Stato italiano. Gli incolti causavano spesso accesi contrasti tra gli uomini per deciderne le modalità di sfruttamento: la trasformazione dei pantani in campi coltivati avrebbe infatti messo in discussione i tradizionali sistemi di utilizzo comune dell’incolto umido (pesca, caccia, pascolo ed erbatico), essenziali per le precarie economie locali e il sostentamento degli abitanti. Le iniziative pontificie dovettero, quindi, fronteggiare un quadro politico nel quale da un lato il ducato di Sermoneta dei Caetani, dall’altro le comunità non infeudate di Sezze, Piperno e Terracina ostacolarono, per opposte ragioni, il cambiamento dell’assetto territoriale esistente. Fra le pieghe delle vicende di questa vera e propria guerra delle acque emerge con evidenza l’intreccio di fattori umani e naturali che ha segnato il destino ambientale di questo spazio umido.

Irene Bevilacqua (Roma, 1982), laureatasi nel 2007 presso l’Università «La Sapienza» di Roma, con una tesi sul rapporto tra Roma e l’acqua nel Seicento, ha conseguito nel 2012 il titolo di dottore di ricerca in Storia moderna presso la Scuola di dottorato in Storia dell’Università di Pisa; dal 2014 al 2016 è stata borsista dell’Istituto italiano per gli studi storici di Napoli; ha dedicato vari saggi allo studio della gestione delle acque in area laziale (acque correnti, acque fluviali, inondazioni, etc.), oltre alla storia delle paludi pontine in età moderna.