L’archivio personale di Carlo Cantoni (1840-1906) è stato donato nel 1981 all’Istituto dalla discendente Adele Barletta Panzarasa, grazie all’interessamento di Elena Sanesi e Maurizio Mattioli. L’archivio fin dal 1906 era custodito nella casa Cantoni a Groppello Cairoli in Lomellina e aveva già avuto negli anni Sessanta del Novecento un primo sommario ordinamento a cura di Elena Sanesi, mentre la Sovrintendenza archivistica della Lombardia aveva notificato agli eredi Cantoni il vincolo di interesse storico il 18 settembre del 1969. Attualmente l’archivio, ordinato e inventariato analiticamente per le cure di Caterina Genna, è composto da 4111 pezzi, custoditi in 20 buste, ordinati in 6 distinte serie:

I) Lettere a Carlo Cantoni.

II) Lettere di Carlo Cantoni a destinatari diversi.

III) Lettere di mittenti diversi a Cristina Magenta.

IV) Lettere di mittendi diversi a Enrico Magenta.

V) Lettere di mittenti diversi a destinatari diversi.

VI) Atti vari.

La parte più cospicua di esso è costituita dal carteggio di Carlo Cantoni (un totale di 3740 documenti raccolti in 16 buste, che coprono un arco cronologico che va dal 1856 al 1906) e rivela la vastità dei suoi interessi e la complessità dei suoi interlocutori (quali, ad esempio, Roberto Ardigò, Émile Boutroux Antonio Labriola, Hermann Lotze, Felice Tocco, Hans Vaihininger, Guido Villa e tanti altri). Non molto è rimasto delle carte di lavoro (49 pezzi nella busta 20), tutte relative all’attività politica e di professore universitario. In tre serie distinte sono state, infine, ripartite la corrispondenza della vedova Cristina Magenta, prima custode dell’archivio e depositaria delle memorie del marito, quella di Enrico Magenta e a diversi detinatari. Tenendo presenti anche gli atti di famiglia, oltre queste due ultime serie di carteggi, l’archivio copre, dunque, un arco cronologico complessivo che va dal 1792 al 1909.

Cantoni è stato un protagonista del rinnovamento degli studi filosofici in Italia negli anni successivi all’Unità; laureato a Torino nel 1862 (la sua tesi su Jouffray fu pubblicata il medesimo anno), ebbe modo di specializzarsi in Germania nel 1865 a Berlino e Gottinga con Trendelenburg e Lotze, dove, oltre ad approfondire gli studi filosofici, maturò anche un forte interesse per la psicologia. Nella sua monografia su Vico del 1867 considerò, infatti, il filosofo napoletano un antesignano della psicologia sociale.

I saggi teorici di psicologia si collocano tra il 1868 e il 1871; in essi sostenne l’importanza della disciplina nell’indagine dei processi cognitivi, congiunta alla filosofia nello studio della logica e dell’intelligenza umana; mentre del 1888 è la pubblicazione di un manuale di Psicologia.

Il maggiore contributo storiografico di Cantoni è, tuttavia, legato allo studio dell’opera di Immanuel Kant: con la sua monumentale opera in tre volumi apparsa tra il 1879 e il 1884, i successivi articoli e saggi, fino alla serie di Studi kantiani del 1901-02, oltre che con la «Rivista filosofica», da lui fondata nel 1899, riprese, dopo i primi lavori di Francesco Fiorentino, e approfondì in Italia lo studio del filosofo tedesco. Ancora oggi è comunemente ritenuto il caposcuola del neokantismo. Nell’anno centenario della morte del filosofo prussiano, il 1904, fu insignito della laurea honoris causa dall’Università di Königsberg, la stessa dove Kant aveva studiato e insegnato, e ricevette un premio della R. Accademia dei Lincei, della quale era socio.

Al pari dell’attività di studioso e di innovatore degli studi di filosofia e psicologia, va ricordato l’impegno didattico e organizzativo; oltre che nei Licei di Torino e Milano, Cantoni è stato un insigne docente dell’Università di Pavia dal 1878, dove ha insegnato, fino all’anno della morte, Filosofia teoretica. A Pavia è stato anche preside di Lettere dal 1880 al 1882 e dal 1898 al 1904, nonché rettore dal 1882 al 1884 e dal 1891 al 1894; membro del Consiglio superiore della pubblica istruzione, nel 1898 fu nominato senatore a vita. Democratico di formazione (in gioventù era stato sodale di Benedetto Cairoli), rimase sempre vicino alle posizioni della Sinistra e, oltre che nei suoi scritti, fu intenso nella sua opera amministrativa e politica l’impegno nell’organizzazione degli studi universitari e dell’insegnamento della filosofia in Italia; e vale la pena di ricordare a riguardo, non solo le sue opere dedicate alla condizione dell’università e ai necessari interventi di riforma, ma, sopra tutto, il Corso elementare di filosofia per i licei, che fu più volte ristampato, dopo la prima edizione del 1870-71, segno del suo impegno di didatta.

Inventario analitico: L’archivio di Carlo Cantoni. Inventario analitico, a c. di C. Genna («Istituto italiano per gli studi storici. Inventari», 1), Bologna 2002.