Il principe per emblemi

Il principe per emblemi

Nella collana di «Monografie» dell’Istituto è apparso il volume n° 68:

68. Fabrizio Bondi, Il principe  per emblemi. Letteratura e immagini del  politico tra Cinquecento e Seicento, 2016, pp. xxxiv-374. [isbn 978-88-15-26589-0]. 44,00
Premessa – Il principe e Nicodemo – La bestia trionfante – Aquile e scarabei – Il governo del dio Ignoto – La Vergine e il Capricorno.
Il principe per emblemi si propone di mostrare come il discorso politico, scaturito in Italia soprattutto dal confronto e dallo scontro con la lezione machiavelliana, sia stato tradotto nel linguaggio degli emblemi e delle imprese.
Singolare ibrido tra parola e immagine, questo linguaggio ha dominato l’età manieristico-barocca, piegandosi duttilmente ai più diversi impieghi, tra i quali, appunto, quello di esprimere le prerogative del potere e riflettere su di esso. L’analisi di un vasto repertorio di opere emblematiche, oltre a rivelare un universo verbale e visivo di grande ricchezza, tende qui a costituire una sorta di vocabolario di base dei simboli politici. Il confronto delle differenti declinazioni di tali simboli, varianti nella diacronia e in relazione ai centri culturali e di potere che li hanno prodotti, permette anche di abbozzare uno spettro d’oscillazione dei relativi nuclei concettuali.
Il libro, percorrendo un secolo di cultura italiana (dalla metà del Cinquecento a quella del Seicento circa) si sofferma su opere spesso semisconosciute ma tuttavia sempre significative, inserendole nel più vasto contesto storico e culturale che esse contribuiscono, a propria volta, a illuminare in modo parzialmente nuovo. Accanto a figure minori come Fabrizi, Capaccio e Casoni si incontrano così, alle prese con emblemi e politica, anche Bruno, Tasso, Marino e altri inopinati protagonisti.
Nel corso dell’indagine si vedrà l’emblematica fuoriuscire via via dal perimetro ristretto della raccolta a tema e penetrare nei più diversi generi letterari, dal trattato alla tragedia, dal romanzo al poema: tutti i generi, insomma, che quell’epoca aveva investito del compito di parlare – tra l’altro – di politica.
Fabrizio Bondi (Brescia, 1975) si è laureato all’Università di Parma, perfezionandosi poi alla Scuola normale di Pisa, dove attualmente è assegnista di ricerca. È stato borsista presso l’Istituto italiano per gli studi storici dal 2007 al 2009 e Gastdozent all’Università di Münster in Vestfalia. I suoi interessi di ricerca principali riguardano i rapporti tra la letteratura e la politica, la filosofia, le arti visive. Ha pubblicato vari saggi di argomento rinascimentale, barocco e novecentesco; ha edito e commentato la Maschera iatro-politica di Francesco Pona (Trento 2004) e Il trattato delle passioni dell’animo di Pomponio Torelli (in corso di pubblicazione).