La lezione del prof. Galasso e l’Assemblea dei soci danno avvio alle attività dell’Associazione ex allievi: la riflessione di un ex borsista

La lezione del prof. Galasso e l’Assemblea dei soci danno avvio alle attività dell’Associazione ex allievi: la riflessione di un ex borsista

L’eredità storica di Benedetto Croce rivive nei suoi ex allievi di Napoli

12/10/2017 
Ex allievo IISS, filosofo, liberale

ISTITUTO ITALIANO PER GLI STUDI STORICI DI NAPOLI

Per rendersene conto basta sfogliarne l’elenco sul sito internet dell’Istituto: ognuno accompagnato dal nome del o degli estensori della lettera di referenza scientifica che, per entrare all’Istituto, in piena trasparenza, è ancora oggi necessario presentare. Tutti gli allievi, anzi gli “Alumni di Palazzo Filomarino”, come li ha chiamati Lucio D’Alessandro, il presidente dell’Associazione (nonché rettore del Suor Orsola Benincasa), hanno conservato negli anni, nel corso dello svolgersi delle loro per lo più brillanti carriere, un ricordo indelebile degli anni vissuti a Napoli a studiare nella biblioteca dell’Istituto a contatto con rappresentativi storici e pensatori del proprio tempo. Ma, soprattutto, sono stati grati all’Istituto, che come ha sottolineato Galasso fu concepito da Croce come Istituto “per” e non “di” studi storici, per avere trasmesso alle loro coscienze una metodologia di ricerca attenta sempre alla dimensione storica e concreta delle questioni, anche le più speculativamente ostiche.

 Un lascito tanto più importante oggi che sembra trionfare un “illuminismo di massa” che fa perdere il senso del reale o senso storico (che è altra cosa dalla conoscenza storica, che può in linea storica svilupparsi anche senza l’altro). Nella sua relazione, che è lecito chiamare lectio magistralis (altro termine oggi molto abusato!), Galasso ha richiamato i due cardini del pensiero di Croce sulla storia (che nella sua ottica rigorosamente immanentistica è il pensiero tout court), cioè la “contemporaneità” di ogni storia e la rigorosa distinzione (pur nell’unità dello spirito umano) fra “la storia che si pensa” (come necessità) e la “storia che si fa” (come libertà). E ha ricollegato in qualche modo proprio alla distinzione di pensiero e azione le polemiche che Croce ebbe, negli anni precedenti l’inaugurazione dell’Istituto, con Adolfo Omodeo, con il quale lo aveva sin dagli anni Trenta concepito, che invece aveva aderito al Partito d’Azione dando una visione più politicistica della ricerca storica. Polemica a tratti aspra, ma che si svolse nel rispetto reciproco e soprattutto in una comunione spirituale che Croce ricordò in morte di Omodeo.

Galasso ha poi invitato a non demonizzare i moderni mezzi di comunicazione, ma, in un’ottica crociana, a comprenderli e a tenerli ben fermi nel loro ambito. Senza confonderli col registro della “ricerca pura”, che, pur potendo a essi connettersi in mille modi, va pure tenuta ferma nella sua specificità. L’Associazione, sotto la direzione di Elena Alessiato, giovane e dinamica segretaria generale, riuscirà sicuramente a lavorare in questa direzione, lungo il crinale fra tradizione e innovazione. Con una speciale attenzione, è stato sottolineato, ai temi della formazione e dell’educazione delle nuove generazioni.