L’Istituto italiano per gli studi storici ha sede nel Palazzo Filomarino,  nell’ «angolo di Napoli» tra via San Sebastiano ed uno dei decumani dell’antica Neapolis,  che congiunge Piazza del Gesù Nuovo e San Domenico Maggiore.

    E il palazzo, dal cui balcone io guardo, e che spiega sulla via della Trinità Maggiore un colossale portone a bugne, è quello che appartenne fino a un’ottantina d’anni addietro alla famiglia Filomarino, principi della Rocca, e mostra ancora lo stemma dei Filomarino a una delle arcate del suo cortile, ampio come una piazza.

Vincolato  per  indiscutibile interesse monumentale, storico ed architettonico il 12 ottobre 1913 (vincolo rinnovato ai sensi della legge 1° giugno 1939 n. 1089 il 31 dicembre 1952), Palazzo Filomarino  risale all’età angioina, quando già esisteva nell’area un palazzo nobiliare , ad opera della famiglia Brancaccio; del palazzo medioevale restano solo i frammenti di due archi lungo le pareti dello scalone. L’edificio fu ricostruito e rifatto fra il 1512 ed il 1530 dai nuovi proprietari, i principi di Sanseverino di Bisignano, con l’intervento di Giovan Francesco di Palma che realizzò il monumentale portico del cortile. Un nuovo intervento di restauro si rese necessario nella seconda metà del Seicento ad opera dei nuovi proprietari, i Filomarino della Rocca, per ricostruire l’ala superiore dell’edificio, andata distrutta durante la sommossa di Masaniello, quando, per snidare i rivoltosi asserragliati nell’edificio, gli spagnoli lo presero a cannonate. Agli interventi successivi risalgono, anche, il bellissimo scalone ed il portale in piperno ad opera di Ferdinando Sanfelice. Nel XIX secolo il palazzo era già stato diviso fra diversi proprietari e fu edificata la sopraelevazione del terzo piano.

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    Benedetto Croce acquistò a più riprese nel 1912 l’intero piano nobile del Palazzo che aveva accolto nel Settecento Giambattista Vico. Una parte di esso divenne la sua abitazione e ospitò la sua biblioteca. L’altra ala del piano, che costituiva un appartamento a sé stante, con ingresso autonomo e comunicante con la sua biblioteca, fu da Croce messa a disposizione dell’Istituto quando fu costituito e inaugurato nel febbraio 1947. Alcuni anni dopo la scomparsa del suo fondatore,  l’Istituto acquisì la proprietà della  sede al secondo piano, che è il centro della sua vita istituzionale e scientifica, a fianco della Fondazione “Biblioteca Benedetto Croce”. Qui vengono accolti gli studiosi e i borsisti, gli utenti della biblioteca e degli archivi, i frequentatori delle manifestazioni, conferenze e convegni.

     Per rendere la sede più idonea all’importante ruolo culturale che l’Istituto svolge, e per far fronte al costante incremento del suo patrimonio bibliotecario e archivistico, si è proceduto nel corso degli anni all’acquisizione di nuovi locali, al primo e al terzo piano. A distanza di settant’ anni dalla sua fondazione, i locali destinati alla biblioteca ed alle attività scientifiche e didattiche, si estendono su tre piani del Palazzo Filomarino per una superficie complessiva di circa 2.300 mq.

     L’appartamento al secondo piano è composto da dodici vani di 400 mq. cui si aggiungono i quattro vani al piano superiore  collegati con  una scala interna, per  una superficie complessiva di 530 mq. La maggior parte delle  sale al secondo piano è decorata con affreschi del Settecento, stucchi e dorature pregiati. Nella terza sala dall’ingresso, il 16 febbraio del 1947 Benedetto Croce in una cerimonia solenne inaugurò l’Istituto italiano per gli studi storici col suo discorso Il concetto moderno della storia –  in cui ricordò Giambattista Vico, che in quel luogo «in un giorno dell’anno 1722 […] trattò  dei ‘principii dell’ umanità’, che avrebbe riesposti, approfonditi e ampliati nella italiana Scienza Nuova ».

      Questo Istituto trova la sua sede in un antico palazzo napoletano, le cui scale [Giambattista Vico] soleva ascendere per recarsi a eserci­tare il suo mestiere d’insegnante in una casa principesca,dove al­tresì, in un’accolta di gentiluomini e di letterati, mentre elaborava la prima trattazione sistematica della Scienza Nuova, anticipò le sue discoverte.

      Fino ad alcuni anni fa in questa sala  si sono svolti  le lezioni e i seminari per i borsisti. Nel salone a fianco, il più ampio della sede,  con un soffitto a volte decorato con volute dorate, è collocata in antiche e pregiate librerie, la biblioteca di Federico Chabod (donde la denominazione di “salone Chabod”) e  si tengono le manifestazioni pubbliche con l’apertura dell’anno accademico.  Seguono in successione  la stanza del Presidente e del Consiglio direttivo, la stanza del Segretario generale, gli uffici della bibliotecaria,  del segretario di redazione e della segreteria.  Le sale di studio riservate al pubblico esterno e ai borsisti, si susseguono nella seconda e terza sala dall’ingresso.

      Il piano superiore ammezzato di quattro vani,  con una superficie di 130 mq. e terrazzo di copertura, è collegato al corridoio retrostante al secondo piano con una scala interna che si ricongiunge al ballatoio lungo il muro maestro, dove sono collocate scaffalature moderne per la consultazione dei fondi della biblioteca, ed  è destinato alla collezione dei periodici e a ulteriori sale di studio per i borsisti.

     Nella sede ‘storica’ al secondo piano e in quello superiore ammezzato ad esso collegato, sono iniziati, a maggio 2012 e terminati a settembre 2013, i lavori di risanamento conservativo e di consolidamento statico, di adeguamento degli impianti e del sistema di prevenzione incendi, grazie ai quali le sopraindicate sale sono state predisposte per accogliere manifestazioni e convegni aperti al pubblico con una capienza di circa 160 posti a sedere e dotate di due schermi al plasma da 42 pollici. I lavori sono stati finanziati con delibera CIPE n° 35 del 29 maggio 2005  per il tramite del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

          La sede al primo piano che si estende su una superficie complessiva di  570 mq. è composta da due appartamenti, acquistati nel 1963, con ingressi autonomi e collegati internamente fra loro.  Il primo (int.19 bis) di 130 mq., è  destinato alla biblioteca e al deposito delle pubblicazioni dell’Istituto il cui catalogo comprende oggi otto collane editoriali per complessivi 200 titoli. Da esso si accede ai locali dell’ int.19 di 440 mq. destinati alla biblioteca. Qui sono collocati circa 50.000 volumi distribuiti in scaffalature metalliche a doppia altezza con ballatoio  che attraversa  i muri maestri dell’intera superficie. Sono stati  resi disponibili alcuni vani adiacenti per la predisposizione di una seconda uscita di sicurezza e per l’ampliamento dei locali adibiti a Biblioteca, dove troveranno collocazione alcune delle donazioni ricevute dall’Istituto negli ultimi anni (i fondi: “Raffaele Mattioli”, “Guido Calogero”, “Isnardi Parente” e “Garzya”).

       Al primo piano sono stati realizzati interventi di restauro e consolidamento statico, di adeguamento funzionale degli ambienti e per le normative sulla sicurezza e la prevenzione incendi, finanziati con i contributi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sono stati creati ballatoi di servizio (di complessivi 190 mq.)  per rendere  accessibili  i volumi e garantirne le condizioni ottimali di conservazione. Tali interventi sono stati completati con l’installazione delle attrezzature necessarie per lo spegnimento degli incendi.

      Al terzo piano si trovano due appartamenti: il primo (int. 8), acquistato nel 1989, di circa dodici vani ed accessori con terrazza sovrastante, per una superficie complessiva di 300 mq,  ospita la biblioteca di Benedetto Nicolini, donata all’Istituto nel 1985 e composta di circa 30.000 volumi. L’appartamento è stato interamente ristrutturato appena acquistato e successivamente adeguato alla normativa di prevenzione incendi e per la sicurezza grazie al contributo del Ministero dei Beni Culturali (L. 513/1999).

      Il secondo appartamento (int. 23), acquistato nel 1989 (con i fondi della Presidenza Consiglio dei Ministri sull’otto per mille),  di circa 400 mq.  oltre 310 mq.  di sottotetti e terrazzo, è stato interamente ristrutturato: si è proceduto all’adeguamento funzionale e al consolidamento statico, all’installazione del sistema di prevenzione e di spegnimento incendi centralizzato; sono stati creati ballatoi di servizio e installati impianti di trattamento dell’aria. Dall’ingresso si accede agli uffici della biblioteca e della amministrazione; seguono all’interno le sale studio riservate ai docenti e ai borsisti,  dotate di scaffalature metalliche con accessibilità diretta ai volumi, e una foresteria – studio che accoglie i professori invitati a tenere lezioni all’Istituto.

     Nella nuova sala dove si svolgono  i corsi e i seminari per i borsisti è stata collocata  sulla parete sinistra  un’ampia libreria in stile liberty con vetrate arcuate, donata all’Istituto dal presidente Natalino Irti: è stata poi  integrata e completata per le altre tre pareti, da librerie in legno del medesimo disegno, creando nella sala un’atmosfera ariosa e di raccoglimento.

     Una scala interna conduce al piano ammezzato, composto da due sale studio che accolgono l’Archivio storico dell’Istituto e gli Archivi Omodeo, Cantoni, Nicolini: da qui un ampio corridoio  consente l’ accesso al sottotetto e al ballatoio sovrastante le sale riservate ai docenti e borsisti.

       La sede al terzo piano    è stata  inaugurata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il  2 dicembre 2008.

      La sede ‘storica’al secondo piano con il completamento dei lavori di restauro e adeguamento alle normative di sicurezza, è stata inaugurata il 20 novembre 2012 – nella ricorrenza dei sessantacinque anni dalla  inaugurazione dell’Istituto nel 1947 e dei sessant’anni dalla scomparsa di Benedetto Croce – nel corso di  una cerimonia solenne con il discorso conclusivo del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e alla presenza del Presidente della Repubblica di Polonia Bronislaw Komorowski.

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Gli interventi di completamento e la manutenzione 2015-2016

Al primo piano è stato riorganizzato il deposito libri e sono state dislocate le librerie in essi contenute nei nuovi locali adiacenti resi disponibili: ambienti ristrutturati e dotati di un soppalco a ballatoio, tale da garantire la distribuzione dei carichi e lo sfruttamento in altezza delle pareti a disposizione permettendo la via di esodo verso la seconda uscita di sicurezza. Si è proceduto inoltre alla integrazione degli impianti del sistema di prevenzione e spegnimento incendi, mirato alla salvaguardia delle collezioni librarie.

E’ importante sottolineare che il completamento degli impianti di prevenzione e spegnimento degli incendi al primo piano è stato indispensabile all’ottenimento del Certificato di Prevenzione Incendi da parte dei Vigili del Fuoco, per adeguare l’intera sede dell’Istituto alla normativa di sicurezza.

La notevole ampiezza della sede dell’Istituto sui tre piani del palazzo Filomarino per complessivi 2300 mq comporta ingenti spese per le utenze e la manutenzione ordinaria della struttura (pulizia, piccole riparazioni, efficienza dei servizi igienici e delle attrezzature elettriche ed informatiche .. ) cui si aggiungono i canoni di assistenza, particolarmente complessa per l’interconnesione  tra i tre i piani, agli impianti specifici (elettrico, antincendio, antintrusione, riscaldamento, areazione e telematico) adeguati alle normative vigenti con le risorse pubbliche ricevute negli ultimi anni, e alla rete telematica. Interventi di restauro e di adeguamento alle normative sulla sicurezza, la cui conclusione – insieme alla manutenzione ordinaria dell’intera sede – sono parte essenziale della funzione pubblica che l’Istituto italiano per gli studi storici assolve come “bene culturale” nel centro storico di Napoli.